Durante il Rinascimento nelle corti italiane si sviluppò una forma ricercata di ballo che prevedeva norme da seguire e un certo studio di passi e movimenti. La danza infatti era ritenuta una vera e propria forma di educazione. La danza dei nobili era di diretta derivazione da quella del popolo, ma veniva trasformata secondo le regole del perfetto cortigiano: la compostezza, l’atteggiamento nobile, le convenzioni sociali della cavalleria e della galanteria.
Nel secolo XV compaiono i primi trattati di danza e si nota la trasformazione dell’esecuzione delle danze che diventano esercizi di grazia e agilità, perdendo quasi completamente il carattere mimico. Le danze del Rinascimento, come tutte le altre, si possono classificare secondo la misura, il disegno ritmico e il movimento e si va dalle danze lente e signorili (bassadance, pavane, almain) alle danze veloci e vivaci (galliard, coranto, canario).
Ne parleranno Franco Bolletta e Stefano Imperi.