Falstaff di Giuseppe Verdi inaugura la Stagione Lirica 2022-2023 della Fenice - Teatro La Fenice

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La Stagione Lirica 2022-2023 della Fondazione Teatro La Fenice inaugurerà con Falstaff di Giuseppe Verdi, ultimo capolavoro del maestro di Busseto, considerato un capolavoro dell’opera comica. Tratta da William Shakespeare, in particolare dalla commedia The merry Wives of Windsor e dal dramma The History of Henry the Fourth, è una commedia lirica in tre atti frutto della collaborazione con Arrigo Boito, con il quale Verdi aveva collaborato sei anni prima per Otello. In linea di continuità con gli altri titoli verdiani presentati nelle passate stagioni, il nuovo allestimento di Falstaff sarà diretto dall’autorevole bacchetta di Myung-Whun Chung; la regia porterà la firma di Adrian Noble, regista britannico acclamato interprete dell’opera shakespeariana; nel suo team lo scenografo Dick Bird, la costumista Clancy e i light designer Jean Kalman e Fabio Barettin. Ne saranno protagonisti Nicola Alaimo, Renée Barbera, Selene Zanetti, Vladimir Stoyanov, con Sara Mingardo e Veronica Simeoni. Falstaff sarà in scena al Teatro La Fenice il 18, 20, 22, 24 e 26 novembre 2022. La prima di venerdì 18 novembre 2022 sarà trasmessa in diretta radiofonica su Rai Radio3.

In concomitanza con l’inaugurazione della Stagione 2022 2023, l’opera in marmo di Carrara di Lorenzo Quinn intitolata Phoenix – una riflessione dell’artista sulla necessità di una ri-nascita e di una nuova umanità – sarà esposta nel foyer del Teatro La Fenice e resterà visibile al pubblico e ai visitatori del Teatro fino al 28 novembre 2022.

Ultimo capolavoro di Verdi e terza delle sue opere shakespeariane, Falstaff è anche la sua unica opera buffa, a parte il giovanile fiasco di Un giorno di regno. Avendo musicato dozzine di tragedie, egli non era proprio un celebre umorista. Ma dopo aver letto un libretto di Arrigo Boito tratto da una delle più spiritose farse di Shakespeare, Le allegre comari di Windsor (più brani di Enrico IV), si piegò a elaborare un soggetto che ritrae l’umiliazione del vecchio mascalzone elisabettiano Sir John Falstaff da parte di un branco di frivole comari provinciali. La fuga finale proclama che «tutto nel mondo è burla», concludendo la carriera del compositore su una nota di somma quanto disincantata allegria. L’opera debuttò il 9 febbraio 1893 alla Scala di Milano, riscuotendo un successo trionfale.

«Ho ambientato la commedia nel periodo di Shakespeare, nel sedicesimo secolo, con costumi e scene di quell’epoca – ha dichiarato il regista Adrian Noble –. Ho fatto questa scelta perché l’epoca di Shakespeare è un ponte tra l’antico mondo cattolico romano e quello dei puritani che avrebbero cambiato completamente il Paese. Shakespeare è un ponte in mezzo a due epoche diverse così come lo è Falstaff, un’opera nella quale confluiscono da una parte suggestioni primitive, medievali (pensiamo alle stregonerie dell’ultimo atto), dall’altra alcuni degli elementi della cultura dei puritani, il cui prototipo è rappresentato perfettamente da Ford che con i suoi soldi e i suoi beni vuole controllare sua moglie e anche il futuro matrimoniale di sua figlia. Questa similitudine mi fa pensare di aver fatto la scelta registica più corretta».

«Per me Verdi è un vero e proprio genio – ha commentato il direttore d’orchestra Myung-Whun Chung –. Ma tra le tante cose meravigliose che ha compiuto nella sua vita due spiccano sopra tutte le altre: in primis, Casa Verdi, il ricovero per artisti che ha fortissimamente voluto, finanziandola lui stesso e chiedendo a tutti coloro che amavano la sua musica di aiutarlo. Il secondo è proprio questo Falstaff, perché lì mostra tutta la sua generosità. Nel Falstaff non si ride e basta: si è toccati nell’intimo, per poi abbandonarsi al sorriso, perché “tutto nel mondo è burla”. I grandi artisti spesso lanciano dei messaggi: basta pensare alla Nona di Beethoven, in cui prima di tutto è espresso il concetto che tutti devono essere fratelli. E anche in Falstaff il riferimento è a tutta l’umanità, includendo noi tutti. Lo ripeto, insieme alla casa di riposo con quest’opera Giuseppe Verdi raggiunge il livello massimo di umanità».

Il nuovo allestimento della Fondazione Teatro La Fenice vedrà impegnati Nicola Alaimo nel ruolo di Falstaff; Vladimir Stoyanov in quello di Ford; René Barbera in quello di Fenton; Christian Collia sarà il Dr. Cajus, Cristiano Olivieri, Bardolfo; Francesco Milanese, Pistola; Selene Zanetti, Alice Ford; Caterina Sala, Nannetta; Sara Mingardo, Mrs. Quickly; Veronica Simeoni, Mrs. Meg Page. Maestro del Coro Alfonso Caiani.

Lo spettacolo va in scena grazie al contributo della Camera di Commercio Venezia e Rovigo e con il sostegno del Freudenskreis des Teatro La Fenice. Main partner Intesa Sanpaolo. Andrà in scena con sopratitoli in italiano e in inglese. Cinque le recite in programma al Teatro La Fenice: venerdì 18 novembre 2022 ore 19.00 turno A; domenica 20 novembre 2022 ore 15.30 turno B; martedì 22 novembre 2022 ore 19.00 turno D; giovedì 24 novembre 2022 ore 19.00 turno E; sabato 26 novembre 2022 ore 15.30 turno C.