Continua l’affondo feniceo alla riscoperta del Vivaldi operistico con Ottone in Villa, esordio del Prete Rosso, ormai trentacinquenne, nel genere melodrammatico, in scena al Teatro Malibran. Concepita in scala ridotta per un piccolo teatro di provincia (il Teatro delle Grazie di Vicenza, dove fu ‘creata’ il 17 maggio 1713), l’opera – su libretto di Domenico Lalli, che lo ricavò con spregiudicatezza minimalista da quello tardo seicentesco della Messalina di Francesco Maria Piccioli – richiede solo cinque cantanti e una piccola orchestra, senza coro o particolari effetti scenici. Siamo di fronte a un raffinato repêchage degli stili della commedia musicale veneziana degli anni Ottanta del Seicento, a rappresentare, in toni prevalentemente farseschi, una sorta di apoteosi del vizio. Attraverso ventotto splendide arie, ognuna preceduta da recitativo, si snoda la vicenda: l’imperatore romano Ottone ama Cleonilla, che – spregiudicata – non esita ad amoreggiare con due giovani, Caio ed Ostilio, il secondo dei quali è in realtà Tullia travestita, innamorata di Caio; gli intrighi, gli equivoci, i sentimenti non proprio edificanti, generati da questo garbuglio, trovano un’improbabile catarsi alla fine dell’opera con le nozze di Tullia e Caio, e la riconciliazione tra Ottone e Cleonilla.
Ottone Margherita Maria Sala
Caio Silio Lucia Cirillo
Tullia Michela Antenucci
Cleonilla Carlotta Colombo
I ruoli mancanti sono in corso di definizione e saranno pubblicati a breve
direttore Diego Fasolis
regia Giovanni Di Cicco
Orchestra del Teatro La Fenice
nuovo allestimento Fondazione Teatro La Fenice
con sopratitoli in italiano