Comunicati Archives - Page 135 of 135 - Teatro La Fenice

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CHRISTIAN GANSCH - SINFONIA N.9 DI BEETHOVEN - TEATRO MALIBRAN - 16 LUGLIO "STILI & INTERPRETI" Teatro Malibran 16 luglio 2004 - ore 20.00 Christian Gansch dirige Orchestra e Coro del Teatro La Fenice direttore del Coro: Piero Monti Ludwig van Beethoven Sinfonia n. 9 in re minore op. 125 Christian Gansch sostituisce il maestro Minkowski. Si veda il comunicato stampa in formato PDF
ECHO: LA PIU' GRANDE RACCOLTA DI LIBRETTI D'OPERA AL MONDO ECHO: la più grande raccolta di libretti d’opera al mondo Nell’ambito delle iniziative volte alla conoscenza e alla valorizzazione del patrimonio musicale italiano, la Fondazione Giorgio Cini, in collaborazione con Arcus S.p.A. (società per lo sviluppo dell’arte, della cultura e dello spettacolo), con il patrocinio di Regione del Veneto e del Comune di Venezia, in partenariato con le più significative realtà territoriali veneziane come la Biblioteca Nazionale Marciana, la Fondazione Teatro La Fenice, la Fondazione Ugo e Olga Levi e in coordinamento con i Dipartimenti dello Spettacolo e dello Sport e per i Beni Archivistici e Librari del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ha avviato ECHO, un progetto di valorizzazione delle collezioni di libretti d’opera, storici e contemporanei, presenti nelle maggiori istituzioni culturali attive nell’area veneziana. ECHO trova una base operativa in due esperienze fondamentali. Da una parte l’attività di formazione di giovani professionalità nell’ambito del corso biennale in “esperto in restauro virtuale di beni bibliografici e ripristino di beni bibliografico/musicali” intrapresa dalla Fondazione Scuola di San Giorgio, fondata nel 1997 per iniziativa della Fondazione Giorgio Cini e della Fondazione di Venezia. La Fondazione Scuola di San Giorgio ha come scopo la formazione di operatori nei settori culturali e civili, promuove e gestisce seminari e corsi di formazione, sia a livello di preparazione che di perfezionamento, intesi alla ricerca e allo sviluppo nei campi delle scienze e delle arti, nonché di attività pratiche che richiedono un grado di conoscenza di tipo universitario o post universitario. Dall’altra vi è l’esperienza dell’Archivio Digitale Musica Veneta (ADMV), che si è proposto di sperimentare e di mettere a regime un modello di servizio integrato per la ricerca, la consultazione e l’accesso a documenti musicali e musicologici attraverso tecnologie di distribuzione in rete di immagini e suoni. Si è voluto in tal modo rispondere alle esigenze di consultazione e ricerca di un’utenza differenziata, non solamente specialistica, che va dall’appassionato di musica allo studente di conservatorio e al musicologo. L’ADMV ha proceduto all’integrazione funzionale di alcune basi di dati locali: quelle della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, con la catalogazione e la scansione digitale del proprio fondo di partiture, autografe e non, di Antonio Vivaldi, la più ricca ed organica esistente (27 volumi per un totale di 7786 carte); della Biblioteca Nazionale Marciana, che ha trattato in maniera analoga le partiture manoscritte di Alessandro e Benedetto Marcello (65 volumi); della Discoteca di Stato, che ha digitalizzato e reso disponibili in rete un certo numero di esecuzioni delle musiche degli autori citati. ECHO ha l’obiettivo di apportare un ulteriore contributo al completamento della catalogazione dei fondi musicali veneti, alla loro digitalizzazione con la creazione di una banca dati on line di straordinaria importanza per il mondo degli studi specialistici e per la diffusione della musica anche in ambito internazionale. Tale progetto si pone, da un lato, come occasione di valorizzazione delle risorse professionali create nel territorio veneziano da parte della Fondazione Scuola di San Giorgio, dall’altro come collegamento ai progetti della Biblioteca Digitale Italiana con la catalogazione e digitalizzazione dei libretti d’opera, ed esecuzione delle relative partiture intesi come momenti complementari ed integrati. Nel caso specifico, uno dei nuclei centrali del progetto riguarda l’attività di catalogazione e digitalizzazione dei libretti d’opera del Fondo Rolandi custoditi presso la Fondazione. Studioso del melodramma, Rolandi fu infatti uno dei più noti collezionisti di libretti d’opera del XX secolo. La sua raccolta, composta da circa 32.000 esemplari, acquisita da Vittorio Cini nel 1956 su segnalazione di Adriano Belli e Silvio D’Amico, fu sistemata nel maggio del 1957, col suo prezioso schedario, presso l’Istituto per le Lettere, il Teatro e il Melodramma della Fondazione Cini. Si tratta di libretti, alcuni rarissimi, che vanno dalla seconda metà del Cinquecento ai nostri giorni: una delle più grandi collezioni esistenti al mondo, paragonabile solo al fondo di libretti d’opera presente nella Library of Congress di Washington. La collezione è corredata di una biblioteca specifica che comprende stampe coeve degli autori sei-settecenteschi (Metastasio in una decina di esemplari, le opere di Zeno, Du Fresne, Moniglia, Morerti, Silvani) insieme ad alcune sontuose edizioni: il teatro di Terenzio (1569), le Poesie diverse di Francesco de Lemene (1692), la silloge dei drammi rappresentati a Venezia nell’anno 1726, la scelta dei testi seri (1822) e giocosi (1826) pubblicati a Milano dalla Società tipografica dei Classici Italiani, le raccolte degli intermezzi per musica. La biblioteca comprende inoltre repertori relativi sia ad alcune piazze (Modena, Reggio, Napoli, Venezia, ecc.) sia al melodramma in generale, dai cataloghi di Allacci, Clément-Larousse, Dassori, Wiel e Sesini a quelli di Salvioli e Sonneck. Completano il settore ritagli di riviste e quotidiani (Miscellanea Rolandi), schede con notizie che riguardano aspetti dell’opera in musica e che rivelano una cura erudita e bibliofila per ogni particolare concernente il libretto. Il Fondo Rolandi, tuttavia, costituirà solo una parte, seppur estremamente rilevante, del nascente ‘polo librettistico veneziano’, il quale riunendo virtualmente nell’ambito di ECHO le varie raccolte cittadine, darà vita alla più grande raccolta di libretti esistente al mondo. Anche sul piano storico-culturale, il ‘polo’ veneziano sarà un importantissimo punto di riferimento per studiosi ed esecutori: nel loro insieme, infatti, le raccolte veneziane sono particolarmente rappresentative dell’attività di una città , con la quale solo Napoli ha potuto rivaleggiare come centro propulsore nella storia dell’opera in Italia e in Europa. Al Fondo Rolandi si aggiungeranno le collezioni provenienti dalla Biblioteca Nazionale Marciana: nella sezione «Drammatiche», che venne costituita alla Marciana dopo il 1909 distaccando dalla sezione Miscellanee un gruppo di volumi contenenti testi teatrali e le due collezioni «Groppo» e «Rossi», sono conservate le edizioni dei drammi per musica rappresentati a Venezia a cominciare dall’anno 1637; un ulteriore incremento alla sezione fu dato alla fine degli anni ’20 del Novecento dai cosiddetti «doppi Zeniani», presenti in Biblioteca dal 1832 e che comprendono i libretti facenti parte della biblioteca del poeta, studioso e drammaturgo settecentesco Apostolo Zeno, e, successivamente, dalla collezione teatrale Giovanni Salvioli, acquistata nel 1935, tramite il figlio Carlo, che cedette alla Biblioteca Marciana il ricco materiale raccolto dal padre per la sua Bibliografia universale del teatro drammatico italiano. Nel loro insieme, queste collezioni risultano assai vicine alla completezza, comprendendo tutti i drammi per musica rappresentati a Venezia dal 1637 al 1700 e oltre. Ulteriore arricchimento del progetto è previsto con l’immissione dei dati relativi ai cospicui fondi di libretti d’opera e di materiali documentari presenti in altre istituzioni musicali veneziane, in particolare nell’archivio del Teatro La Fenice di Venezia, nella biblioteca della Casa di Goldoni, Comune di Venezia, presso il Conservatorio di Musica «Benedetto Marcello», e nelle biblioteche della Fondazione Ugo e Olga Levi: un totale di circa 10.000 libretti afferenti, in buona parte, la storia dello spettacolo operistico veneziano. Grazie a ECHO la Fondazione Giorgio Cini rinnova il suo tradizionale ruolo di avanguardia nella valorizzazione della cultura veneta e nell’organizzazione e diffusione del sapere, cogliendo una straordinaria occasione per mettere a frutto e diffondere nuoveprofessionalità legate alla conservazione, restituzione e valorizzazione del patrimonio documentale e artistico. Andrea Erri (tratto dalla «Lettera da San Giorgio» n°13, settembre 2005 – febbraio 2006) ***************************************************************** Progetto Echo Da Venezia al mondo: l’opera in rete Progetto integrato di catalogazione e digitalizzazione dei libretti d’opera custoditi presso le istituzioni culturali pubbliche e private veneziane Il progetto Echo si pone come traguardo, nell’arco del triennio 2005-2008, la catalogazione e digitalizzazione integrale dei libretti d’opera custoditi presso le istituzioni culturali private e pubbliche veneziane: bonifica dei dati già esistenti nella banca-dati del Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN), catalogazione analitica dei libretti non ancora inseriti nella suddetta banca-dati, messa in rete delle immagini digitali. Gli oltre 56.000 libretti d’opera custoditi presso le biblioteche di Venezia costituiscono il polo cittadino numericamente più rilevante del mondo intero. Mentre tale primato può essere motivo di orgoglio, esso è in realtà conseguenza di una serie di percorsi storicamente casuali che hanno visto, anche in tempi relativamente recenti, il depositarsi di alcune grossissime raccolte di libretti d’opera sugli scaffali delle istituzioni locali. E tuttavia sembra far giustizia al ruolo storico di Venezia come città propulsore nella creazione e nella diffusione su scala mondiale di quella forma di spettacolo, d’impianto tutt’italiano, che è il melodramma. A Venezia nel 1637 si apre il primo dei non pochi teatri d’opera commerciali operanti nella città durante la seconda parte del Seicento. e per tutto il Settecento. Venezia, nell’Ottocento, anche in seguito alla caduta della Repubblica, ospita ben dieci ‘prime’ di opere di Rossini, sei di Donizetti, due di Bellini, cinque di Giuseppe Verdi (Ernani, Attila, Rigoletto, La Traviata, Simon Boccanegna). I libretti d’opera sono così ubicati: ─ 10.000 circa presso la Biblioteca Nazionale Marciana: in particolare, le collezioni Zeno, Groppo, Rossi, Salvioli; ─ 7.500 presso la biblioteca della Casa di Goldoni: collezioni Musatti e Correr; ─ 4.200 presso la biblioteca del Conservatorio «Benedetto Marcello» di Venezia, perlopiù appartenenti al fondo Torrefranca; ─ 950 presso la Fondazione Ugo e Olga Levi; - circa 4000 presso l’Archivio Storico del Teatro La Fenice; - 500 presso la biblioteca della Fondazione Querini Stampalia; - 32.000 circa presso l’Istituto per le Lettere, il Teatro e il Melodramma della Fondazione Giorgio Cini: la raccolta, che porta il nome del suo fautore Ulderico Rolandi, sembra essere in assoluto la più grossa esistente al mondo (nello stesso ordine di grandezza si pone soltanto la raccolta della Library of Congress di Washington). Essi rappresentano in buona parte la storia del dramma per musica a Venezia (è il caso, in modo particolare, delle raccolte della Biblioteca Nazionale Marciana, della Casa di Goldoni e del Teatro La Fenice). Qual è l’interesse del libretto d’opera per il cultore di storia del teatro musicale? Esso contiene, in primo luogo, il testo dello spettacolo melodrammatico. Contiene però molto di più. Nella maggior parte dei casi, la pubblicazione del libretto d’opera avviene in corrispondenza della rappresentazione allestita presso un determinato teatro (ma si danno anche moltissimi casi di testi teatrali per musica pubblicati in raccolte di carattere letterario). Oltre ai nomi dell’autore del testo e di quello della musica (segnalazione, quest’ultima, non del tutto inutile nei frequentissimi casi, soprattutto nel Settecento, di messa in musica di uno stesso testo teatrale da parte di più compositori), il libretto restituisce quindi alcuni dati di base riguardanti l’esecuzione di riferimento: la città , il teatro, la stagione. Restituisce anche, nella gran parte dei casi, i nomi dei cantanti che in quell’occasione hanno sostenuto le parti: l’insieme dei libretti d’opera permette quindi di conoscere ed analizzare una rilevante quantità di informazioni circa le carriere dei divi della scena dal Seicento ad oggi. Nei libretti compaiono, frequentemente, i titoli e talvolta le trame dei balli inseriti tra gli atti dello spettacolo (il quale non è mai soltanto melodramma), e anche i nominativi e i ruoli dei ballerini: il libretto d’opera, qualora contenga questo genere di informazioni, consente quindi di conoscere le dimensioni e le formazioni dei corpi di ballo. Frequenti, nei libretti d’opera, sono le segnalazioni dei nomi degli scenografi; quasi sempre il libretto contiene, tra le prime pagine, l’elenco delle «mutazioni di scene»; abbastanza raramente la pubblicazione è corredata di incisioni raffiguranti le scene stesse (ciò avviene soprattutto con riferimento a spettacoli allestiti a corte, ma se ne danno anche alcuni casi eclatanti tra i libretti destinati al teatro pubblico veneziano del Seicento). E, ancora, sono spesso inclusi tra i «crediti» i nomi dei costumisti, macchinisti, pittori, coreografi, direttori d’orchestra, e quelli dei principali suonatori. Dal raffronto, poi, tra le varie edizioni del testo di un’opera si possono cogliere le tante varianti introdotte, soprattutto – ma non solo – ad opera dei cantanti, allo scopo di rendere più gradito lo spettacolo al pubblico locale o meglio mettere in evidenza le qualità canore di chi calca la scena. Un’opera di Gaetano Donizetti, per esempio, potrà ospitare alcuni brani di Rossini, Pacini, Pavesi, Coccia ecc. in una o più rappresentazioni, e tali ‘sostituzioni’ saranno normalmente studiabili attraverso il libretto. Il libretto d’opera è, quindi, «testo», ma è anche – e soprattutto – documentazione di spettacolo e di vita dello spettacolo, una finestra meravigliosa e insostituibile sui tanti aspetti della pratica teatrale sui quali le stesse partiture musicali – ‘meri’ testimoni, in generale, della parte sonora dello spettacolo – in gran parte tacciono. La catalogazione analitica dei libretti d’opera prevede il caricamento in banca-dati di gran parte delle suddette informazioni. Sicché, per dirlo in parole povere, lo studioso potrà ricostruire, in base ai 56.000 libretti presi in esame, la carriera di un determinato compositore, librettista, cantante, ballerino, scenografo, coreografo, ballerino, suonatore ecc., anche lavorando comodamente a casa propria. Potrà prendere in esame e mettere a confronto le immagini digitalizzate delle varie edizioni di uno stesso libretto d’opera: disporrà , per esempio, delle oltre 800 edizioni dei 64 testi teatrali messi in musica da Gaetano Donizetti esistenti nel fondo Rolandi della Fondazione Giorgio Cini. Potrà disporre, soprattutto attraverso le esaustive raccolte della Biblioteca Nazionale Marciana e della Casa di Goldoni (integrate dai pezzi conservati alla Fondazione Cini), di una serie di libretti che raccontano, pressoché integralmente, la drammaturgia veneziana nei secoli. Potrà facilmente studiare congiuntamente ai libretti le partiture musicali delle opere veneziane seicentesche facenti parte del fondo Contarini della Biblioteca Nazionale Marciana, che verranno rese disponibili nell’ambito dell’Archivio Digitale della Musica Veneta curato dalla Biblioteca Nazionale Marciana. La Fondazione Giorgio Cini, con l’acquisizione nell’ormai lontano 1957 della collezione di Ulderico Rolandi e l’avvio di un primo grande progetto di catalogazione analitica ideata da Gianfranco Folena, fu davvero «istituzione anticipatrice», come scrisse nel 1986 Vittore Branca, nel settore degli studi sul libretto d’opera. In questi anni, infatti, oltre al pionieristico Primo tentativo di catalogo unico dei libretti italiani a stampa fino all’anno 1800 di Claudio Sartori (oggi edito come I libretti italiani a stampa dalle origini fino al 1800, allora consultabile soltanto attraverso lo schedario cartaceo assemblato dal curatore a Milano) esisteva ancora ben poco di scientificamente avanzato in questo campo. Con il progetto di Archivio Computerizzato Musicale Veneto si ebbe anche, negli anni 1987-1990, un primo tentativo di catalogazione analitica su supporto informatico dei materiali librettistici veneziani: molti dei dati inseriti furono successivamente travasati in SBN. Oggi, in presenza della catalogazione in SBN di alcune altre grandi raccolte italiane di libretti d’opera (si pensi, tra l’altro, ai 20.000 pezzi circa della Biblioteca Nazionale Braidense di Milano, ai 10.000 libretti conservati presso il Teatro alla Scala, ai 10.000 volumetti del Conservatorio di Musica S. Pietro a Majella di Napoli), è giocoforza unirsi ai lavori della grande comunità degli studiosi inserendo integralmente nel sistema nazionale i dati riguardanti i 56.000 libretti conservati presso le istituzioni veneziane e rendendo disponibili in rete le immagini stesse delle fonti. Per lo studioso di storia dell’opera italiana sarà indubbiamente più utile disporre di una banca-dati unica, italiana, con schede su circa 100.000 libretti che non dover mettere laboriosamente a confronto i dati raggruppati in vari formati in tanti singoli cataloghi.
ECHO: LA PIU' GRANDE RACCOLTA DI LIBRETTI D'OPERA AL MONDO ECHO: la più grande raccolta di libretti d’opera al mondo Nell’ambito delle iniziative volte alla conoscenza e alla valorizzazione del patrimonio musicale italiano, la Fondazione Giorgio Cini, in collaborazione con Arcus S.p.A. (società per lo sviluppo dell’arte, della cultura e dello spettacolo), con il patrocinio di Regione del Veneto e del Comune di Venezia, in partenariato con le più significative realtà territoriali veneziane come la Biblioteca Nazionale Marciana, la Fondazione Teatro La Fenice, la Fondazione Ugo e Olga Levi e in coordinamento con i Dipartimenti dello Spettacolo e dello Sport e per i Beni Archivistici e Librari del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ha avviato ECHO, un progetto di valorizzazione delle collezioni di libretti d’opera, storici e contemporanei, presenti nelle maggiori istituzioni culturali attive nell’area veneziana. ECHO trova una base operativa in due esperienze fondamentali. Da una parte l’attività di formazione di giovani professionalità nell’ambito del corso biennale in “esperto in restauro virtuale di beni bibliografici e ripristino di beni bibliografico/musicali” intrapresa dalla Fondazione Scuola di San Giorgio, fondata nel 1997 per iniziativa della Fondazione Giorgio Cini e della Fondazione di Venezia. La Fondazione Scuola di San Giorgio ha come scopo la formazione di operatori nei settori culturali e civili, promuove e gestisce seminari e corsi di formazione, sia a livello di preparazione che di perfezionamento, intesi alla ricerca e allo sviluppo nei campi delle scienze e delle arti, nonché di attività pratiche che richiedono un grado di conoscenza di tipo universitario o post universitario. Dall’altra vi è l’esperienza dell’Archivio Digitale Musica Veneta (ADMV), che si è proposto di sperimentare e di mettere a regime un modello di servizio integrato per la ricerca, la consultazione e l’accesso a documenti musicali e musicologici attraverso tecnologie di distribuzione in rete di immagini e suoni. Si è voluto in tal modo rispondere alle esigenze di consultazione e ricerca di un’utenza differenziata, non solamente specialistica, che va dall’appassionato di musica allo studente di conservatorio e al musicologo. L’ADMV ha proceduto all’integrazione funzionale di alcune basi di dati locali: quelle della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, con la catalogazione e la scansione digitale del proprio fondo di partiture, autografe e non, di Antonio Vivaldi, la più ricca ed organica esistente (27 volumi per un totale di 7786 carte); della Biblioteca Nazionale Marciana, che ha trattato in maniera analoga le partiture manoscritte di Alessandro e Benedetto Marcello (65 volumi); della Discoteca di Stato, che ha digitalizzato e reso disponibili in rete un certo numero di esecuzioni delle musiche degli autori citati. ECHO ha l’obiettivo di apportare un ulteriore contributo al completamento della catalogazione dei fondi musicali veneti, alla loro digitalizzazione con la creazione di una banca dati on line di straordinaria importanza per il mondo degli studi specialistici e per la diffusione della musica anche in ambito internazionale. Tale progetto si pone, da un lato, come occasione di valorizzazione delle risorse professionali create nel territorio veneziano da parte della Fondazione Scuola di San Giorgio, dall’altro come collegamento ai progetti della Biblioteca Digitale Italiana con la catalogazione e digitalizzazione dei libretti d’opera, ed esecuzione delle relative partiture intesi come momenti complementari ed integrati. Nel caso specifico, uno dei nuclei centrali del progetto riguarda l’attività di catalogazione e digitalizzazione dei libretti d’opera del Fondo Rolandi custoditi presso la Fondazione. Studioso del melodramma, Rolandi fu infatti uno dei più noti collezionisti di libretti d’opera del XX secolo. La sua raccolta, composta da circa 32.000 esemplari, acquisita da Vittorio Cini nel 1956 su segnalazione di Adriano Belli e Silvio D’Amico, fu sistemata nel maggio del 1957, col suo prezioso schedario, presso l’Istituto per le Lettere, il Teatro e il Melodramma della Fondazione Cini. Si tratta di libretti, alcuni rarissimi, che vanno dalla seconda metà del Cinquecento ai nostri giorni: una delle più grandi collezioni esistenti al mondo, paragonabile solo al fondo di libretti d’opera presente nella Library of Congress di Washington. La collezione è corredata di una biblioteca specifica che comprende stampe coeve degli autori sei-settecenteschi (Metastasio in una decina di esemplari, le opere di Zeno, Du Fresne, Moniglia, Morerti, Silvani) insieme ad alcune sontuose edizioni: il teatro di Terenzio (1569), le Poesie diverse di Francesco de Lemene (1692), la silloge dei drammi rappresentati a Venezia nell’anno 1726, la scelta dei testi seri (1822) e giocosi (1826) pubblicati a Milano dalla Società tipografica dei Classici Italiani, le raccolte degli intermezzi per musica. La biblioteca comprende inoltre repertori relativi sia ad alcune piazze (Modena, Reggio, Napoli, Venezia, ecc.) sia al melodramma in generale, dai cataloghi di Allacci, Clément-Larousse, Dassori, Wiel e Sesini a quelli di Salvioli e Sonneck. Completano il settore ritagli di riviste e quotidiani (Miscellanea Rolandi), schede con notizie che riguardano aspetti dell’opera in musica e che rivelano una cura erudita e bibliofila per ogni particolare concernente il libretto. Il Fondo Rolandi, tuttavia, costituirà solo una parte, seppur estremamente rilevante, del nascente ‘polo librettistico veneziano’, il quale riunendo virtualmente nell’ambito di ECHO le varie raccolte cittadine, darà vita alla più grande raccolta di libretti esistente al mondo. Anche sul piano storico-culturale, il ‘polo’ veneziano sarà un importantissimo punto di riferimento per studiosi ed esecutori: nel loro insieme, infatti, le raccolte veneziane sono particolarmente rappresentative dell’attività di una città , con la quale solo Napoli ha potuto rivaleggiare come centro propulsore nella storia dell’opera in Italia e in Europa. Al Fondo Rolandi si aggiungeranno le collezioni provenienti dalla Biblioteca Nazionale Marciana: nella sezione «Drammatiche», che venne costituita alla Marciana dopo il 1909 distaccando dalla sezione Miscellanee un gruppo di volumi contenenti testi teatrali e le due collezioni «Groppo» e «Rossi», sono conservate le edizioni dei drammi per musica rappresentati a Venezia a cominciare dall’anno 1637; un ulteriore incremento alla sezione fu dato alla fine degli anni ’20 del Novecento dai cosiddetti «doppi Zeniani», presenti in Biblioteca dal 1832 e che comprendono i libretti facenti parte della biblioteca del poeta, studioso e drammaturgo settecentesco Apostolo Zeno, e, successivamente, dalla collezione teatrale Giovanni Salvioli, acquistata nel 1935, tramite il figlio Carlo, che cedette alla Biblioteca Marciana il ricco materiale raccolto dal padre per la sua Bibliografia universale del teatro drammatico italiano. Nel loro insieme, queste collezioni risultano assai vicine alla completezza, comprendendo tutti i drammi per musica rappresentati a Venezia dal 1637 al 1700 e oltre. Ulteriore arricchimento del progetto è previsto con l’immissione dei dati relativi ai cospicui fondi di libretti d’opera e di materiali documentari presenti in altre istituzioni musicali veneziane, in particolare nell’archivio del Teatro La Fenice di Venezia, nella biblioteca della Casa di Goldoni, Comune di Venezia, presso il Conservatorio di Musica «Benedetto Marcello», e nelle biblioteche della Fondazione Ugo e Olga Levi: un totale di circa 10.000 libretti afferenti, in buona parte, la storia dello spettacolo operistico veneziano. Grazie a ECHO la Fondazione Giorgio Cini rinnova il suo tradizionale ruolo di avanguardia nella valorizzazione della cultura veneta e nell’organizzazione e diffusione del sapere, cogliendo una straordinaria occasione per mettere a frutto e diffondere nuoveprofessionalità legate alla conservazione, restituzione e valorizzazione del patrimonio documentale e artistico. Andrea Erri (tratto dalla «Lettera da San Giorgio» n°13, settembre 2005 – febbraio 2006) ***************************************************************** Progetto Echo Da Venezia al mondo: l’opera in rete Progetto integrato di catalogazione e digitalizzazione dei libretti d’opera custoditi presso le istituzioni culturali pubbliche e private veneziane Il progetto Echo si pone come traguardo, nell’arco del triennio 2005-2008, la catalogazione e digitalizzazione integrale dei libretti d’opera custoditi presso le istituzioni culturali private e pubbliche veneziane: bonifica dei dati già esistenti nella banca-dati del Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN), catalogazione analitica dei libretti non ancora inseriti nella suddetta banca-dati, messa in rete delle immagini digitali. Gli oltre 56.000 libretti d’opera custoditi presso le biblioteche di Venezia costituiscono il polo cittadino numericamente più rilevante del mondo intero. Mentre tale primato può essere motivo di orgoglio, esso è in realtà conseguenza di una serie di percorsi storicamente casuali che hanno visto, anche in tempi relativamente recenti, il depositarsi di alcune grossissime raccolte di libretti d’opera sugli scaffali delle istituzioni locali. E tuttavia sembra far giustizia al ruolo storico di Venezia come città propulsore nella creazione e nella diffusione su scala mondiale di quella forma di spettacolo, d’impianto tutt’italiano, che è il melodramma. A Venezia nel 1637 si apre il primo dei non pochi teatri d’opera commerciali operanti nella città durante la seconda parte del Seicento. e per tutto il Settecento. Venezia, nell’Ottocento, anche in seguito alla caduta della Repubblica, ospita ben dieci ‘prime’ di opere di Rossini, sei di Donizetti, due di Bellini, cinque di Giuseppe Verdi (Ernani, Attila, Rigoletto, La Traviata, Simon Boccanegna). I libretti d’opera sono così ubicati: ─ 10.000 circa presso la Biblioteca Nazionale Marciana: in particolare, le collezioni Zeno, Groppo, Rossi, Salvioli; ─ 7.500 presso la biblioteca della Casa di Goldoni: collezioni Musatti e Correr; ─ 4.200 presso la biblioteca del Conservatorio «Benedetto Marcello» di Venezia, perlopiù appartenenti al fondo Torrefranca; ─ 950 presso la Fondazione Ugo e Olga Levi; - circa 4000 presso l’Archivio Storico del Teatro La Fenice; - 500 presso la biblioteca della Fondazione Querini Stampalia; - 32.000 circa presso l’Istituto per le Lettere, il Teatro e il Melodramma della Fondazione Giorgio Cini: la raccolta, che porta il nome del suo fautore Ulderico Rolandi, sembra essere in assoluto la più grossa esistente al mondo (nello stesso ordine di grandezza si pone soltanto la raccolta della Library of Congress di Washington). Essi rappresentano in buona parte la storia del dramma per musica a Venezia (è il caso, in modo particolare, delle raccolte della Biblioteca Nazionale Marciana, della Casa di Goldoni e del Teatro La Fenice). Qual è l’interesse del libretto d’opera per il cultore di storia del teatro musicale? Esso contiene, in primo luogo, il testo dello spettacolo melodrammatico. Contiene però molto di più. Nella maggior parte dei casi, la pubblicazione del libretto d’opera avviene in corrispondenza della rappresentazione allestita presso un determinato teatro (ma si danno anche moltissimi casi di testi teatrali per musica pubblicati in raccolte di carattere letterario). Oltre ai nomi dell’autore del testo e di quello della musica (segnalazione, quest’ultima, non del tutto inutile nei frequentissimi casi, soprattutto nel Settecento, di messa in musica di uno stesso testo teatrale da parte di più compositori), il libretto restituisce quindi alcuni dati di base riguardanti l’esecuzione di riferimento: la città , il teatro, la stagione. Restituisce anche, nella gran parte dei casi, i nomi dei cantanti che in quell’occasione hanno sostenuto le parti: l’insieme dei libretti d’opera permette quindi di conoscere ed analizzare una rilevante quantità di informazioni circa le carriere dei divi della scena dal Seicento ad oggi. Nei libretti compaiono, frequentemente, i titoli e talvolta le trame dei balli inseriti tra gli atti dello spettacolo (il quale non è mai soltanto melodramma), e anche i nominativi e i ruoli dei ballerini: il libretto d’opera, qualora contenga questo genere di informazioni, consente quindi di conoscere le dimensioni e le formazioni dei corpi di ballo. Frequenti, nei libretti d’opera, sono le segnalazioni dei nomi degli scenografi; quasi sempre il libretto contiene, tra le prime pagine, l’elenco delle «mutazioni di scene»; abbastanza raramente la pubblicazione è corredata di incisioni raffiguranti le scene stesse (ciò avviene soprattutto con riferimento a spettacoli allestiti a corte, ma se ne danno anche alcuni casi eclatanti tra i libretti destinati al teatro pubblico veneziano del Seicento). E, ancora, sono spesso inclusi tra i «crediti» i nomi dei costumisti, macchinisti, pittori, coreografi, direttori d’orchestra, e quelli dei principali suonatori. Dal raffronto, poi, tra le varie edizioni del testo di un’opera si possono cogliere le tante varianti introdotte, soprattutto – ma non solo – ad opera dei cantanti, allo scopo di rendere più gradito lo spettacolo al pubblico locale o meglio mettere in evidenza le qualità canore di chi calca la scena. Un’opera di Gaetano Donizetti, per esempio, potrà ospitare alcuni brani di Rossini, Pacini, Pavesi, Coccia ecc. in una o più rappresentazioni, e tali ‘sostituzioni’ saranno normalmente studiabili attraverso il libretto. Il libretto d’opera è, quindi, «testo», ma è anche – e soprattutto – documentazione di spettacolo e di vita dello spettacolo, una finestra meravigliosa e insostituibile sui tanti aspetti della pratica teatrale sui quali le stesse partiture musicali – ‘meri’ testimoni, in generale, della parte sonora dello spettacolo – in gran parte tacciono. La catalogazione analitica dei libretti d’opera prevede il caricamento in banca-dati di gran parte delle suddette informazioni. Sicché, per dirlo in parole povere, lo studioso potrà ricostruire, in base ai 56.000 libretti presi in esame, la carriera di un determinato compositore, librettista, cantante, ballerino, scenografo, coreografo, ballerino, suonatore ecc., anche lavorando comodamente a casa propria. Potrà prendere in esame e mettere a confronto le immagini digitalizzate delle varie edizioni di uno stesso libretto d’opera: disporrà , per esempio, delle oltre 800 edizioni dei 64 testi teatrali messi in musica da Gaetano Donizetti esistenti nel fondo Rolandi della Fondazione Giorgio Cini. Potrà disporre, soprattutto attraverso le esaustive raccolte della Biblioteca Nazionale Marciana e della Casa di Goldoni (integrate dai pezzi conservati alla Fondazione Cini), di una serie di libretti che raccontano, pressoché integralmente, la drammaturgia veneziana nei secoli. Potrà facilmente studiare congiuntamente ai libretti le partiture musicali delle opere veneziane seicentesche facenti parte del fondo Contarini della Biblioteca Nazionale Marciana, che verranno rese disponibili nell’ambito dell’Archivio Digitale della Musica Veneta curato dalla Biblioteca Nazionale Marciana. La Fondazione Giorgio Cini, con l’acquisizione nell’ormai lontano 1957 della collezione di Ulderico Rolandi e l’avvio di un primo grande progetto di catalogazione analitica ideata da Gianfranco Folena, fu davvero «istituzione anticipatrice», come scrisse nel 1986 Vittore Branca, nel settore degli studi sul libretto d’opera. In questi anni, infatti, oltre al pionieristico Primo tentativo di catalogo unico dei libretti italiani a stampa fino all’anno 1800 di Claudio Sartori (oggi edito come I libretti italiani a stampa dalle origini fino al 1800, allora consultabile soltanto attraverso lo schedario cartaceo assemblato dal curatore a Milano) esisteva ancora ben poco di scientificamente avanzato in questo campo. Con il progetto di Archivio Computerizzato Musicale Veneto si ebbe anche, negli anni 1987-1990, un primo tentativo di catalogazione analitica su supporto informatico dei materiali librettistici veneziani: molti dei dati inseriti furono successivamente travasati in SBN. Oggi, in presenza della catalogazione in SBN di alcune altre grandi raccolte italiane di libretti d’opera (si pensi, tra l’altro, ai 20.000 pezzi circa della Biblioteca Nazionale Braidense di Milano, ai 10.000 libretti conservati presso il Teatro alla Scala, ai 10.000 volumetti del Conservatorio di Musica S. Pietro a Majella di Napoli), è giocoforza unirsi ai lavori della grande comunità degli studiosi inserendo integralmente nel sistema nazionale i dati riguardanti i 56.000 libretti conservati presso le istituzioni veneziane e rendendo disponibili in rete le immagini stesse delle fonti. Per lo studioso di storia dell’opera italiana sarà indubbiamente più utile disporre di una banca-dati unica, italiana, con schede su circa 100.000 libretti che non dover mettere laboriosamente a confronto i dati raggruppati in vari formati in tanti singoli cataloghi.
Fabio Luisi dirige i Carmina Burana di Carl Orff a Piazza San Marco in diretta televisiva su Rai5 Con i Carmina Burana di Carl Orff, interpretati da un grande maestro quale è Fabio Luisi, il Teatro La Fenice torna in Piazza San Marco a Venezia. Il concerto si svolgerà sabato 9 luglio 2022 alle ore 21.00, per un evento realizzato in collaborazione con il Comune di Venezia e con Intesa Sanpaolo main sponsor. Il capolavoro di Orff sarà interpretato dall’Orchestra e Coro del Teatro La Fenice, con la partecipazione del soprano Regula Mühlemann, del tenore Michael Schade e del baritono Markus Werba. Maestro del Coro Alfonso Caiani. Il concerto sarà trasmesso in diretta televisiva su Rai5.
DIEGO MATHEUZ DIRIGE MUSICHE DI MOZART E ČAJKOVSKIJ Venerdì 22 febbraio 2013 alle ore 20.00 (turno S), con replica sabato 23 alle 17.00 (turno U), il direttore principale della Fondazione Teatro La Fenice Diego Matheuz dirigerà l’Orchestra del Teatro La Fenice nel quinto concerto sinfonico della Stagione 2012-2013, dedicato a musiche di Wolfgang Amadeus Mozart e al proseguimento del ciclo integrale delle sei sinfonie di Pëtr Il’ič Čajkovskij.
CONCERTO MARCO ANGIUS Venerdì 11 aprile 2014 alle ore 20.00 (turno S), con replica domenica 13 alle 17.00 (turno U), il direttore Marco Angius, specialista del repertorio contemporaneo e protagonista a Venezia lo scorso ottobre di Aspern di Salvatore Sciarrino, dirigerà al Teatro Malibran il decimo concerto della Stagione sinfonica 2013-2014, con un programma che accosterà brani del Novecento a un recente concerto per pianoforte e orchestra del compositore milanese, veneziano d’adozione, Luca Mosca.