Comunicati Archives - Page 120 of 131 - Teatro La Fenice

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GERD ALBRECHT E L€™ORCHESTRA DEL TEATRO LA FENICE La Stagione sinfonica «Incontri» giunge al suo quinto appuntamento giovedì 7 dicembre 2006 alle ore 20.00 (turno S) e sabato 9 alle 17.00 (turno U), al Teatro La Fenice. Il direttore tedesco Gerd Albrecht, apprezzato interprete lo scorso gennaio della Sirenetta di Zemlinsky, torna sul podio dell’Orchestra del Teatro La Fenice per un concerto che introduce il ciclo brahmsiano (l’integrale delle quattro sinfonie) che costituirà uno dei perni della stagione. La serata si aprirà infatti con l’Ouverture tragica in re minore op. 81 di Johannes Brahms e si chiuderà , luminoso esempio di «incontro» fra Otto e Novecento, con quella che Arnold Schoenberg chiamava affettuosamente «la Quinta Sinfonia di Brahms»: la trascrizione per orchestra da lui stesso realizzata a Los Angeles nel 1937 del giovanile Quartetto per pianoforte e archi n. 1 in sol minore op. 25 composto da Brahms nel 1861. Fra i due brani, ottimo banco di prova per gli archi dell’Orchestra della Fenice, il Notturno per orchestra d’archi di Luciano Berio, anch’esso una trascrizione, realizzata nel 1995 dallo stesso Berio dal suo Quartetto n. 3 del 1993. Il concerto di sabato 9 rientra nei progetti «La Fenice per la Città » e «La Fenice per la Provincia», rivolti ai residenti nel Comune e nella Provincia di Venezia, promossi in collaborazione con le Municipalità del Comune di Venezia e con la Provincia di Venezia. L’Ouverture tragica, scritta nel 1880 insieme con l’Ouverture accademica («l’una piange, l’altra ride») in occasione della laurea honoris causa conferita a Brahms dall’Università di Breslavia, è una composizione di ferreo impianto sonatistco e grande sapienza contrappuntistica, uno dei brani più beethoveniani del Brahms sinfonico, caratterizzata tuttavia da un’atmosfera cupa, da ballata nordica, tipicamente brahmsiana. Il Notturno per orchestra d’archi di Luciano Berio, presentato a Lucerna nel 1995 sotto la direzione di Günter Pichler (primo violino del Quartetto Alban Berg), è una trascrizione del Terzo Quartetto del 1993, dedicato al Quartetto Alban Berg che lo eseguì a Vienna nel 1994. Il titolo Notturno si riferisce al poema Argumentum e silentio del poeta tedesco Paul Celan, e in particolare al verso «Ihr, das erschwiegene Wort» (Alla notte, la parola costretta al silenzio), posto da Berio in epigrafe alla composizione. Si tratta di una sorta di meditazione tra veglia e sonno, tra suono e silenzio, con una ricerca originalissima sui colori, spesso inabissati in pianissimi estremi, che si possono ottenere dalle quattro voci degli archi. La trascrizione del Quartetto op. 25 di Brahms fu sollecitata a Schoenberg, esule a Los Angeles, da Otto Klemperer, che la eseguì il 7 maggio 1938 con la Los Angeles Philharmonic Orchestra. L’amore di Schoenberg per la musica di Brahms e per questo brano in particolare, e il desiderio di cimentarsi con l’orchestrazione di un brano cameristico di cui lamentava, nelle esecuzioni, la preponderanza del ruolo del pianoforte, lo spinsero a realizzare questa magistrale trascrizione a grande orchestra, affettuosamente (e con un pizzico di orgoglio) soprannominata «la Quinta di Brahms». GERD ALBRECHT Nel 1962, dopo aver vinto il primo premio alle competizioni per direttori d’orchestra di Besançon (Francia) e Hilversum (Olanda), è nominato direttore musicale a Lubecca. Seguono le cariche di direttore principale a Kassel, alla Deutsche Oper di Berlino e presso l’Orchestra della Tonhalle di Zurigo. Dal 1988 al 1996 è direttore musicale dell’Opera di Amburgo. Nel 1991 l’Orchestra Filarmonica Ceca lo sceglie suo direttore stabile, carica che ricopre fino al 1996. Nel 1998 è direttore ospite principale della Radio Danese. Inoltre, ricopre la carica di direttore principale della Yomiuri Nippon Symphony Orchestra di Tokyo. La sua attività musicale include la direzione del repertorio operistico nei grandi teatri internazionali e dei più prestigiosi complessi sinfonici; inoltre, è ospite di alcuni fra i più importanti festival: Salisburgo, Edimburgo, Lucerna, Vienna, Monaco di Baviera e il Maggio Musicale Fiorentino, dove nel 2001 ottiene grande successo dirigendo Penthesilea di Schoeck e, nel 2002, Peer Gynt di Grieg. Dedica speciale attenzione, oltre che al romanticismo tedesco, alla musica contemporanea; prova di questo sono le numerose incisioni da Beethoven e Spontini attraverso il romanticismo tedesco di Spohr, Schumann, H. Wolff all’espressionismo di Zemlinsky, Schreker, Busoni, Hindemith, Schoeck fino ai compositori contemporanei Henze, Reimann, Ligeti, Kirchner. Ha ricevuto per le sue incisioni il Grand Prix du disque, il Deutscher Schallplattenpreis, il Prix Caecilia (Belgio), l’International Record Critics Award a New York, il Premio Koussewitzki negli Stati Uniti e nel 1993 il premio della critica tedesca per l’incisione della Sinfonia n. 7 di Petterson. Musicista dell’anno in Germania nel 1984, dal 1995 è membro dell’Akademie der schönen Künste di Monaco di Baviera. È autore di un libro per bambini sugli strumenti musicali, tradotto in sei lingue.
BERNHARD KLEE DIRIGE AL TEATRO LA FENICE - INCONTRI DI LUIGI NONO ACCANTO A MUSICHE DI WEBERN, SCHUBERT E BEETHOVEN Sabato 2 dicembre alle 17.00 e domenica 3 dicembre alle 17.00 (turno U stagione sinfonica Incontri) al Teatro La Fenice il direttore tedesco Bernhard Klee (protagonista l¹anno scorso di una memorabile esecuzione delle Variazioni di Luigi Dallapiccola) sarà alla testa dell¹Orchestra del teatro veneziano per un concerto che riassume in sé i temi ispiratori della stagione, intitolata «Incontri» in omaggio a Luigi Nono e a una concezione del contemporaneo come esperienza non staccata, ma strettamente collegata con i grandi classici. L¹inedita architettura del programma prevede infatti nella prima parte l¹esecuzione dei 5 Pezzi per orchestra op. 10 di Anton Webern (del 1913) e di Incontri per 24 strumenti di Luigi Nono (del 1955), incorniciati da tre brani tratti dalle musiche di scena D 797 scritte nel 1823 da Franz Schubert per il dramma Rosamunde. Il fitto dialogo tra epoche diverse suggerito dall¹alternanza Schubert - Webern - Schubert - Nono - Schubert (ispirata da una testimonianza dello stesso Nono a proposito dello studio comparato di Webern e Schubert compiuto sotto la guida di Bruno Maderna) verrà completato nella seconda parte dall¹esecuzione di un capolavoro del repertorio classico: la Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore op. 55 Eroica di Ludwig van Beethoven. I due concerti rientrano nel progetto «La Fenice per la Città » promosso in collaborazione con le Municipalità e rivolto ai residenti nel Comune di Venezia e il concerto di domenica 3 sarà trasmesso in diretta da Rai Radio3. Composte nel 1823 per il «grande dramma romantico» Rosamunde, Fürstin von Zypern di Helmina von Chézy, caduto dopo due rappresentazioni, le musiche di scena D797 di Schubert entrarono, dopo la morte del compositore, nel repertorio concertistico divenendo una delle composizioni schubertiane più amate dal pubblico, priva ormai di legami con il testo che l¹aveva originata. Dei nove brani, in parte orchestrali in parte corali, che la costituiscono, verranno eseguiti, in accostamento con Webern e Nono, il Balletto dell¹atto II, le Melodie dei pastori e il Balletto dell¹atto IV. Composti a Vienna tra il 1911 e il 1913 ma eseguiti nella loro versione originale per orchestra solo nel 1926 a Zurigo, i 5 Pezzi op. 10 sono brani brevissimi, di un minuto ciascuno, caratterizzati da essenzialità estrema, assenza di ogni forma di ripetizione, scavo profondo su ogni particolare timbrico, suono depurato fino al limite del silenzio. Come sottolinea Nono, «spesso in Webern un unico suono è come un¹intera melodia di Schubert. La qualità del suono, il modo di attacco, di svilupparsi e di diminuire contengono in concentratissima sintesi un intero arco melodico». Composti a Venezia nel 1955, Incontri rappresentano uno dei momenti più importanti della riflessione di Nono sulla serialità e sull¹eredità di Webern e Schoenberg. In essi si incontrano due strutture autonome e differenziate per ritmo, timbro e dinamica armonica e melodica, ma collegate da un rapporto di proporzioni costanti basate su un procedimento a specchio ripreso dalla musica e dalla pittura fiamminghe. Il risultato sonoro è una continua alternanza di zone a densità variabile spesso in frizione fra di loro, ma collegate da richiami, echi e costanti facilmente percettibili. La seconda parte del concerto sarà interamente dedicata alla Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore op. 55 di Beethoven, detta Eroica con un riferimento, poi cassato, a Napoleone ed impregnata di quell¹ideale di alta umanità e volontà morale che rappresentò il punto di sbocco della grave crisi spirituale beethoveniana degli anni 1802-04. La Marcia funebre del secondo movimento, ispirata a modelli rivoluzionari francesi, e il Finale, basato su un nucleo tematico ascrivibile alla categoria delle Humanitätsmelodien di fine Settecento, costituiscono i due perni di un lavoro di mirabile coerenza ideale ed espressiva. Bernhard Klee Nato in Turingia, ha studiato pianoforte, composizione, direzione e musica da camera a Jena, Lipsia e Colonia. Iniziata la carriera professionale all¹Opera di Colonia con Otto Ackermann e Wolfgang Sawallisch, è stato assistente di Karl Böhm e Herbert von Karajan. A ventinove anni è direttore musicale del Teatro di Lubecca, incarico da lui tenuto per dodici anni, seguiti dalla direzione della NDR Radiophilharmonie di Hannover (1976-79) e dei Düsseldorfer Symphoniker (1977-87). Dal 1985 al 1989 è stato direttore ospite principale della BBC Philharmonic Orchestra di Manchester. Ha diretto le principali orchestre europee, quali i Wiener Philharmoniker, i Berliner Philharmoniker, la London Symphony e il Royal Concertgebouw, nonché le maggiori orchestre radiofoniche italiane, olandesi, francesi, giapponesi, tedesche e scandinave. Ha diretto opere in tutta Europa: Amburgo, Monaco, Berlino, Ginevra, Londra. È spesso invitato ai principali festival internazionali, quali Salisburgo, Edinburgo, Lucerna, Berlino, Helsinki, Paesi Bassi e BBC Proms. Ha lavorato negli Stati Uniti, con orchestre quali la Philadelphia Orchestra, la Chicago Symphony, la Cleveland Orchestra, la National Symphony, la San Francisco Symphony e la New York Philharmonic. Ha recentemente tenuto concerti con i Wiener Symphoniker al Musikverein, e con la Camerata Salzburg al Festival di Salisburgo; ha diretto Die Entführung aus dem Serail all¹Opera di Stato di Amburgo nonché in una tournée giapponese con la NHK Symphony Orchestra. Nella scorsa stagione è stato protagonista alla Fenice di una memorabile esecuzione delle Variazioni (1954) di Luigi Dallapiccola.
ZOLTAN PESKO DIRIGE L€™ORCHESTRA DELLA FENICE E LEONORA ARMELLINI AL PIANOFORTE Zoltan Pesko alla testa dell’Orchestra del Teatro La Fenice e la giovanissima pianista Leonora Armellini, vincitrice nel 2005 della XXII edizione del Premio Venezia, saranno i protagonisti sabato 25 novembre 2006 alle ore 21.00 di un concerto sinfonico nella sala grande del teatro veneziano. Il concerto, che si svolgerà nella stessa giornata della semifinale (sempre al Teatro La Fenice alle ore 15.00, ingresso per invito) e alla vigilia della finale (sabato 26 alle ore 19.00, ingresso per invito da convertire in biglietto numerato) che incoroneranno il vincitore della XXIII edizione dell’importante concorso pianistico veneziano, è organizzato dalla Fondazione Teatro La Fenice in collaborazione con la Fondazione IBM Italia e con gli Amici della Musica di Mestre, ed è in abbonamento nella XXI Stagione di musica sinfonica e da camera di Mestre. Il programma della prima parte prevede l’esecuzione di Melodien per orchestra di György Ligeti, omaggio del maestro Pesko al compositore ungherese scomparso a Vienna nel giugno di quest’anno, e il Concerto per pianoforte e orchestra in la maggiore KV 488 di Wolfgang Amadeus Mozart, meraviglioso banco di prova per le qualità interpretative di Leonora Armellini. La seconda parte del concerto sarà invece dedicata alla Sinfonia n. 8 in fa maggiore op. 93 di Ludwig van Beethoven, composizione di brevi dimensioni ma di particolare impegno esecutivo per l’orchestra. Composto da Ligeti nel 1971, commissione della città di Norimberga per il 500° anniversario della nascita di Albrecht Dürer, Melodien si basa su un continuum armonico dal quale sorgono progressivamente delle linee melodiche differenziate ma imprendibili, che per evoluzioni lente e quasi impercettibili si distendono, multiple e divergenti, o al contrario si riavvolgono su se stesse, fino a scomparire. Il concerto in la maggiore KV 488, composto a Vienna all’inizio del 1786 ed eseguito dallo stesso Mozart in un’accademia a sottoscrizione organizzata qualche mese prima della creazione delle Nozze di Figaro, è uno dei più intensi ed intimi del compositore, caratterizzato dal timbro pastoso dei clarinetti e da una fertililssima invenzione tematica, di grande semplicità ed efficacia espressiva. Cuore del concerto è il secondo movimento, un Adagio in fa diesis minore in tempo di siciliana di intima e pungente mestizia, cui fanno cornice la calda cordialità dell’allegro iniziale e l’esuberante allegria del rondo conclusivo. L’Ottava Sinfonia, eseguita per la prima volta a Vienna nel 1814 insieme con la Settima, ha senza dubbio tratti anomali rispetto alle altre sinfonie beethoveniane, sia nelle dimensioni (dura solo 25 minuti e l’organico orchestrale è piuttosto ridotto) che nella struttura, priva di movimento lento. Per molti aspetti (non da ultimo la presenza di un minuetto anziché di uno scherzo) si ricollega al Settecento di Haydn e di Mozart, allontanandosi dalla sublime urgenza contenutistica e dal titanismo eroico delle sinfonie precedenti: scelta deliberata, frutto di un supremo dominio tecnico e formale, dimostrazione di una capacità quasi umoristica di giocare con le forme in un ottica di serenità e sorridente leggerezza. ZOLTAN PESKO Nato a Budapest da una famiglia di musicisti, compie gli studi nella sua città . Nel 1964 lascia l’Ungheria e frequenta corsi di perfezionamento in Italia e Svizzera. Di particolare rilievo nella sua formazione artistica sono stati gli studi con Goffredo Petrassi (composizione) e con Franco Ferrara e Pierre Boulez (direzione d’orchestra). Tra il 1966 e il 1973 lavora alla Deutsche Oper di Berlino come direttore d’orchestra e referente del Generalmusikdirektor, collaboratore personale di Lorin Maazel. Il debutto al Teatro alla Scala nel 1970 segna l’inizio di una notevole carriera artistica a livello internazionale; nell’arco di una stagione è scritturato alla Scala per tre produzioni: Ulisse di Dallapiccola, La finta giardiniera di Mozart e L’angelo di fuoco di Prokof’ev. Numerose tournée lo portano poi in tutta Europa, in Sud America, in Russia e negli Stati Uniti. Nel 1973 diviene direttore stabile del Teatro Comunale di Bologna; per tre anni riveste lo stesso ruolo al Teatro La Fenice di Venezia, e dal 1978 al 1983 è direttore principale dell’Orchestra RAI di Milano. Libero professionista per alcuni anni, nel 1995 è nominato direttore musicale della Deutsche Oper am Rhein di Düsseldorf. Dal 2001 è direttore musicale dell’Orchestra Sinfonica Portoghese e del Teatro São Carlos di Lisbona. Invitato regolarmente nei più importanti festival e centri musicali d’Europa, domina un repertorio che spazia dal Rinascimento all’avanguardia contemporanea. Nelle ultime stagioni, oltre al lavoro stabile a Lisbona, è stato invitato al Barbican Center di Londra con l’Orchestra della BBC, al Musikfest di Amburgo, al Festival di Figueira da Foz, al Teatro Bellini di Catania e all’Opera di Roma, di cui è da anni direttore ospite. I sui programmi hanno incluso lavori sinfonici del repertorio classico, romantico e moderno e opere di ÄŒajkovskij (La maga), Strauss (Ariadne auf Naxos) e Wagner (Die Götterdämmerung e Tristan und Isolde). LEONORA ARMELLINI Nata a Padova nel 1992, inizia a quattro anni lo studio del pianoforte sotto la guida di Laura Palmieri conseguendo nel 2004 il diploma di pianoforte con il massimo dei voti e menzione. Frequenta attualmente il Liceo Classico Tito Livio di Padova e il corso di composizione presso il Conservatorio Cesare Pollini. A partire dai sei anni, vince numerosi premi in concorsi nazionali e internazionali, fra cui il Premio Margola al Concorso Togni di Gussago, il primo premio al Concorso Bach di Sestri Levante (2001), il Premio Curci, il Premio Giovani Talenti e il Trofeo Febo Villani al Concorso Città di Cesenatico (2002), il Premio Seiler di Roma (2002), il primo premio e il Premio Reggioli al Concorso Muzio Clementi di Lastra a Signa (2004), il primo premio al Concorso Marco Bramanti di Forte dei Marmi (2004). Vincitrice nell’estate 2005 della IX Rassegna Musicale Migliori Diplomati d’Italia di Castrocaro Terme, nel novembre 2005 ha vinto il XXII Premio Venezia con voto unanime delle due giurie presiedute da Roman Vlad. Nel corso del 2006 ha ricevuto il Premio Innerwheel per la Donna, il Premio Adriano Lincetto e il Premio Pentagramma. Ha tenuto numerosi recital solistici per istituzioni quali gli Amici della Musica di Padova, la Società Umanitaria di Milano, l’Accademia Filarmonica di Verona, l’Associazione Carissimi di Roma, il Teatro Olimpico di Vicenza, gli Amici del Teatro Massimo di Palermo, Asolo Musica, Bologna Festival, l’Associazione Chamber Music di Trieste, Bassano Opera Festival, Emilia Romagna Festival, Festival Pergolesi Spontini di Jesi, Teatro La Fenice di Venezia. Nel 2006 ha inoltre eseguito il concerto KV 414 di Mozart con l’Orchestra di Padova e del Veneto e il Concerto n. 2 di Chopin con i Kronstadt Philharmoniker, con l’Orchestra Filarmonica di Torino e con l’Orchestra Filarmonica Marchigiana.
OTTAVIO DANTONE DIRIGE AL TEATRO LA FENICE LA PASSIONE DI GESù CRISTO DI ANTONIO SALIERI Sabato 11 novembre 2006 alle ore 20.00 (turno S) e domenica 12 alle 17.00 (turno U) il Teatro La Fenice ospiterà il secondo appuntamento della Stagione sinfonica 2006-2007 «Incontri». Primo dei cinque concerti della stagione dedicati alla musica di ispirazione religiosa, la serata si configura come una sorta di evento, con la prima esecuzione a Venezia dell’oratorio per soli, coro e orchestra La Passione di Gesù Cristo di Antonio Salieri, recentemente restituito in edizione critica da Elena Biggi Parodi. L’interesse dell’operazione sta anche nella possibilità per il pubblico veneziano di effettuare un confronto con altri due oratori settecenteschi composti sullo stesso testo di Pietro Metastasio recentemente ascoltati a Venezia in occasione del tricentenario metastasiano: quello di Caldara e quello di Jommelli. L’esecuzione del lavoro di Salieri sarà affidata a uno dei più importanti specialisti italiani di musica barocca, Ottavio Dantone, che deposta brevemente la bacchetta dell’Accademia Bizantina porterà la sua esperienza esecutiva sul podio dell’Orchestra e del Coro del Teatro La Fenice. Solisti nei ruoli di Maddalena, Giovanni, Pietro e Giuseppe d’Arimatea saranno il soprano Emanuela Galli, il contralto Milena Storti, il tenore Mark Milhofer e il basso Sergio Foresti. Direttore del coro Emanuela Di Pietro. Alla replica di domenica 12 assisteranno anche i residenti nel comune di Venezia che hanno aderito al progetto «La Fenice per la Città », promosso in collaborazione con le Municipalità del Comune di Venezia.
DMITRIJ KITAJENKO DIRIGE MOZART, GHEDINI E _OSTAKOVI_ AL TEATRO LA FENICE Venerdì 17 novembre 2006 alle ore 20.00 al Teatro La Fenice (turno S) il direttore russo Dmitrij Kitajenko sarà alla testa dell’Orchestra e del Coro del teatro veneziano per il terzo concerto della Stagione sinfonica 2006-2007 «Incontri». Il programma della prima parte prevede la Sinfonia n. 36 in do maggiore KV 425, Linz, di Wolfgang Amadeus Mozart, seguita da un brano che proprio alla Fenice fu presentato in prima assoluta il 17 settembre 1946 nell’ambito del 9. Festival Internazionale di Musica Contemporanea della Biennale: il Concerto spirituale De la incarnazione del Verbo divino per due soprani, coro femminile e orchestra da camera di Giorgio Federico Ghedini, composto sul testo dell’omonima lauda di Iacopone da Todi. La seconda parte del concerto sarà invece interamente occupata dalla Sinfonia n. 5 in re minore op. 47 di Dmitrij _ostakovi_, a conclusione del ciclo a lui dedicato nel centenario della nascita. Dmitrij Kitajenko, protagonista lo scorso anno dell’inaugurazione della Stagione sinfonica 2005-2006 con un’apprezzata interpretazione della Settima, è reduce dall’esecuzione dell’integrale delle 15 sinfonie di _ostakovi_ con la Gürzenich-Orchester di Colonia. Il concerto sarà replicato sabato 18 novembre alle ore 20.00 in collaborazione con il Comitato Provinciale di Venezia della Croce Rossa Italiana. Scritta nell’autunno del 1783, la Sinfonia KV 425 deve il suo nome alla cittadina di Linz, dove Mozart fu ospite del conte Thun durante un viaggio da Vienna a Monaco, e dove la composizione fu eseguita nel corso di un’accademia cittadina. Nella sinfonia sono presenti in maniera evidente le tracce del modello haydniano, alla cui gioiosa solarità Mozart contrappone tuttavia, a mo’ di chiaroscuro, una Stimmung irrequieta e pensosa basata su episodi dal carattere intimista e meditativo, ricchi di sospiri, effusioni cromatiche, malinconici canti solistici dei legni. Allontanandosi dalla costruzione monotematica haydniana, Mozart approfondisce un suo peculiare stile drammatico fondato sul contrasto pluritematico e sul carattere introspettivo dell’elaborazione tematica, elementi che fanno della Linz un passaggio obbligato verso la meta suprema delle ultime tre sinfonie. Il Concerto spirituale, composto da Giorgio Federico Ghedini nel 1940 e dedicato a Goffredo Petrassi, ebbe la sua prima esecuzione alla Biennale di Venezia nel 1946. Basato sul testo della lauda De la incarnazione del Verbo divino di Iacopone da Todi, la cui forma strofica è evidenziata dall’alternanza delle due voci soliste e delle due sezioni del coro femminile, si articola in quattordici episodi tematicamente indipendenti che si svolgono senza interruzione ma sono caratterizzati ciascuno da uno strumentale proprio. La maestria timbrica di Ghedini nella creazione di atmosfere trasognate e nitidissime in sintonia con una profonda e personalissima vocazione spirituale, è evidente nella contrapposizione di ottoni e timpani da un lato ed archi dall’altro, armonizzati dall’intervento equilibratore del pianoforte. La Quinta Sinfonia, composta nel corso del 1937 ed eseguita con grande successo a Leningrado il 21 novembre, è il frutto di un momento cruciale nell’attività compositiva di _ostakovi_, sottoposto dalla fine del 1935 a dure contestazioni da parte delle autorità sovietiche. Per riscattarsi dall’accusa di «antipopolare e formalista» seguita alle rappresentazioni della Lady Macbeth del distretto di Mcensk, il compositore produsse con la Quinta un lavoro assolutamente tonale, privo di radicalismi e sperimentazioni, in cui seppe tuttavia dirigere in forme classiche un’urgenza d’espressione interiore di grande forza ed originalità . Tra le quindici sinfonie di _ostakovi_, scritte in poco meno di mezzo secolo, questa è una delle più equilibrate e mature, sicuramente tra le più eseguite e amate dal pubblico. DMITRIJ KITAJENKO Nato a Leningrado, ha studiato presso i conservatori di Leningrado e Mosca e, con Hans Swarowski, presso l’Accademia Musicale di Vienna. Nel 1969 ha vinto il primo premio al Concorso della Herbert-von-Karajan-Stiftung a Berlino. Decisiva per la sua formazione è stata inoltre la collaborazione con il regista tedesco Walter Felsenstein con cui ha realizzato una memorabile Carmen a Mosca e a Berlino. Nominato a ventinove anni direttore principale del Teatro dell’Opera di Mosca, ha diretto numerose opere in patria e all’estero, fra l’altro a Vienna, Monaco e Bruxelles. Ha inoltre tenuto diverse tournée come direttore sinfonico debuttando con orchestre quali le Filarmoniche di Vienna e Berlino, il Gewandhaus di Lipsia, la Filarmonica di Praga e l’Orchestra di Filadelfia. Nel 1976 ha accettato la carica di direttore principale dell’Orchestra Filarmonica di Mosca che nei quattordici anni successivi ha portato a livello internazionale dirigendola in tournée in Europa, Stati Uniti e Giappone. Nel 1990 si è trasferito in Europa occidentale divenendo direttore principale dell’Orchestra Sinfonica della Radio di Francoforte (1990-1996) e dell’Orchestra Filarmonica di Bergen in Norvegia (1990-1998). Come direttore ospite continua ad apparire con molte delle più grandi orchestre del mondo tra cui la Bayerischer Rundfunk, la Filarmonica di Monaco, la London Symphony Orchestra, il Royal Concertgebouw, la NHK e diverse orchestre americane. Ha recentemente inciso l’integrale delle Sinfonie di _ostakovi_ con la Gürzenich-Orchester di Colonia. È direttore delle orchestre giovanili del Festival dello Schleswig-Holstein e della Bayerischer Rundfunk.
CONCERTO STRAORDINARIO DELL€™ORCHESTRA DELL€™ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA DIRETTA DA ANTONIO PAPPANO Dopo il concerto diretto il primo settembre da Zubin Mehta alla testa dell’Orchestra del Teatro La Fenice e quello diretto il 15 settembre da Riccardo Chailly con la Gewandhausorchester di Lipsia, prosegue al Teatro La Fenice la serie dei cinque concerti straordinari previsti fra settembre 2006 e aprile 2007 che porteranno a Venezia alcuni dei maggiori direttori della scena internazionale. Domenica 5 novembre 2006 alle ore 20.00 il teatro veneziano ospiterà infatti un concerto dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma diretta da Antonio Pappano, suo direttore musicale dall’ottobre del 2005. Il programma, interamente dedicato a Wolfgang Amadeus Mozart nei 250 anni dalla nascita, prevede l’esecuzione dei tre capolavori sinfonici estremi di Mozart, le Sinfonie n. 39 in mi bemolle maggiore KV 543, n. 40 in sol minore KV 550 e n. 41 in do maggiore KV 551 Jupiter, composte a Vienna nell’estate del 1788, stupefacente equilibrio di serenità e inquietudine, summa del magistero compositivo dell’autore. Antonio Pappano Nato a Londra da genitori italiani, studia piano, composizione e direzione d’orchestra negli Stati Uniti debuttando nel 1987 come direttore d’opera con La bohème alla Norske Opera di Oslo, di cui è nominato direttore musicale nel 1990. L’anno successivo, a soli 32 anni, è nominato direttore musicale del Théâtre Royal de la Monnaie di Bruxelles, dove, oltre a dirigere numerose produzioni d’opera, continua la sua attività di pianista accompagnando molti cantanti in varie serie di recitals. Nel 1993 debutta alla Staatsoper di Vienna sostituendo all’ultimo minuto Cristoph von Dohnà nyi in una nuova produzione del Siegfried di Wagner. Debutta inoltre al Metropolitan di New York nel 1997 e al Festival di Bayreuth nel 1999. Ha diretto alcune tra le maggiori orchestre del mondo, tra cui Boston Symphony, Chicago Symphony, Cleveland Orchestra, Los Angeles Philharmonic, New York Philharmonic, Berliner Philharmoniker, Concertgebouw, Bayerische Rundfunk, London Symphony, Orchestre de Paris e Münchner Philharmoniker e nel 1997 è stato nominato direttore ospite principale della Israel Philharmonic Orchestra. Nel settembre 2002 è divenuto direttore musicale del Covent Garden di Londra e dal 1° ottobre 2005 è direttore musicale dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Vincitore di numerosi premi, fra cui il Premio Abbiati della critica musicale italiana, è stato nominato nel 2005 Direttore dell’anno dalla Royal Philharmonic Society. Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia L’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia è stata la prima in Italia a dedicarsi esclusivamente al repertorio sinfonico, promovendo prime esecuzioni di importanti capolavori del Novecento. Dai primi del ’900 a oggi l’Orchestra ha tenuto circa 14.000 concerti collaborando con i maggiori musicisti del secolo: è stata diretta, tra gli altri, da Mahler, Debussy, Strauss, Stravinskij, Hindemith, Toscanini, Furtwängler, De Sabata e Karajan. Suoi direttori stabili sono stati Bernardino Molinari, Franco Ferrara, Fernando Previtali, Igor Markevitch, Thomas Schippers, Giuseppe Sinopoli, Daniele Gatti, Myung-Whun Chung e, attualmente, Antonio Pappano. Dal 1983 al 1990 Leonard Bernstein ne è stato il Presidente Onorario. Dal 1908 al 1936 le stagioni concertistiche dell’Accademia hanno avuto luogo all’Augusteo. Dal 1958 sede ufficiale dei Concerti dell’istituzione è stato l’Auditorio Pio XII di Roma fino al definitivo trasferimento, nel febbraio 2003, nell’Auditorium Parco della Musica, progettato da Renzo Piano. Durante le tradizionali stagioni concertistiche l’Orchestra, spesso coadiuvata dal Coro, affronta le grandi opere sinfonico-corali con un repertorio che spazia dal Settecento ai nostri giorni. Le compagini ceciliane sono inoltre regolarmente invitate dalle più prestigiose istituzioni musicali del mondo. Fra i più prestigiosi impegni dell’Orchestra sono da menzionare le presenze al Festival delle Notti Bianche di San Pietroburgo e alle manifestazioni per i 100 anni dei Proms (prima orchestra italiana ospite del prestigioso festival londinese). Con Myung-Whun Chung, l’Orchestra ha tenuto concerti in Spagna, Portogallo e Belgio, Inghilterra, Germania e nel 2001 è stata la prima orchestra italiana ospite della storica sede dei Berliner Philharmoniker. Negli ultimi anni l’orchestra ha svolto numerose tournée in Estremo Oriente (1997, 1998, 2000, 2001 per “Italia in Giappone”); nel 2003 ha partecipato con grande successo al Festival Enescu di Bucarest e al Festival autunnale di Valencia prendendo inoltre parte alle celebrazioni per la riapertura del Teatro La Fenice di Venezia. Nella primavera del 2004 ha trionfato alla Triennale di Colonia. È inoltre ospite abituale dei più importanti festival musicali italiani: da Settembre Musica di Torino, alla Settimana Musicale Senese, alla Sagra Malatestiana di Rimini.
ROMEO E GIULIETTA ALLA FENICE NELL€™INTERPRETAZIONE DEL BAYERISCHES STAATSBALLETT DI MONACO DI BAVIERA Sabato 23 settembre alle ore 19,00 (repliche, 24, 26, 27 e 28 settembre 2006) al Teatro La Fenice la compagnia del Bayerisches Staatsballett di Monaco di Baviera proporrà Romeo e Giulietta, balletto in tre atti da William Shakespeare su musica di Sergej Prokof’ev. La coreografia sarà quella ormai classica creata nel 1958 da John Cranko per il Teatro Verde dell’Isola di San Giorgio, ripresa per il Bayerisches Staatsballett da Georgette Tsinguiridis e Stefan Erler. Scene e costumi sono di Jürgen Rose. La musica sarà eseguita dal vivo dall’Orchestra del Teatro La Fenice diretta da Myron Romanul. Fra gli interpreti principali, Lisa-Maree Cullum, Natalia Kalinitchenko e Lucia Lacarra si alterneranno nel ruolo di Giulietta; Alen Bottaini, Lukáš Slavický e Cyril Pierre in quello di Romeo; Marlon Dino e Norbert Graf in quelli di Tebaldo e Paride; Tigran Mikayelyan sarà Mercuzio e Sherelle Charge Madonna Capuleti. La tournee veneziana del Bayerisches Staatsballett è stata resa possibile grazie al contributo di UniCredit Group Romeo e Giulietta è un titolo del grande repertorio, interpretato da una delle maggiori compagnie di danza classica, su musiche composte nel 1935 da Sergej Prokof’ev, ci riporta alle tradizioni del balletto classico ravvivato dalla sapiente mano e dallo spiccatissimo istinto teatrale del coreografo John Cranko. Nato in Sud Africa nel 1927 e morto a Dublino nel 1973, Cranko assunse la direzione del Balletto di Stoccarda nel 1961 dando un grande impulso al rinnovamento della danza classica. Genio del racconto, dotato di cultura e di spirito, si impose sia sul versante patetico che su quello brillante, realizzando pezzi di antologia come la famosissima scena del balcone di Romeo e Giulietta, la più bella possibile a tutt’oggi. La coreografia di Cranko, che seguì quella di Leonid Lavrovskij del 1940 e quella di Frederick Ashton del 1955, vide la prima assoluta al Teatro Verde dell’Isola di San Giorgio il 26 luglio 1958 con il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala e l’Orchestra del Teatro La Fenice, protagonista la ventunenne Carla Fracci. Fissata nella sua forma definitiva a Stoccarda nel 1962, con Marçia Haydée nel ruolo di Giulietta, la coreografia segnò l’inizio della leggendaria collaborazione di Cranko con lo Stuttgarter Ballett. Il Romeo e Giulietta di Cranko fa parte del repertorio del Bayerisches Staatsballett dal 1968.
LA DIDONE DI FRANCESCO CAVALLI AL TEATRO MALIBRAN La Didone, opera in un prologo e tre atti di Francesco Cavalli su libretto di Gian Francesco Busenello andrà in scena al Teatro Malibran il 13, 15, 17 e 19 settembre 2006 nell’ambito della Stagione lirica 2005-2006 della Fondazione Teatro La Fenice. L’opera, creata nel 1641 al Teatro San Cassiano, viene ripresa a Venezia per la prima volta in tempi moderni, e in Italia per la seconda volta dopo la riproposta fiorentina del 1952. L’esecuzione è affidata all’orchestra Europa Galante diretta da Fabio Biondi, che ha curato la revisione critica dell’unica partitura originale esistente, conservata alla Biblioteca Marciana. Il cast è formato da specialisti del repertorio barocco: Claron McFadden, Didone; Magnus Staveland, Enea; Jordi Domènech, Iarba; Manuela Custer, Cassandra; Marina De Liso, Ecuba; Donatella Lombardi, Creusa; Isabel Álvarez, Ascanio; Antonio Lozano, Anchise; Gian-Luca Zoccatelli, Acate; Filippo Morace, Sinone; Maria Grazia Schiavo, Venere; Roberto Abbondanza, Giove. Regia, scene e costumi sono frutto di una collaborazione fra Fondazione Teatro La Fenice, Facoltà di design e arti dello IUAV di Venezia e Fondazione Teatro Due di Parma, con il coinvolgimento di un gruppo di studenti guidati da Carlo Majer, docente di storia del teatro musicale allo IUAV e presidente di Teatro Due. Il nuovo allestimento è coprodotto con l’Unione Musicale di Torino. La prima del 13 sarà trasmessa in differita su RadioTre sabato 16 alle ore 20.00. Tra Sei e Settecento il soggetto virgiliano di Didone incontrò gran fortuna nel repertorio dell’opera in musica. L’intensa figura della regina cartaginese sopraffatta dal dolore amoroso per Enea rappresentava infatti agli occhi degli autori del tempo un’occasione esemplare di espressione degli affetti. A farsi carico per la prima volta di portare sulle scene operistiche questo fortunato soggetto fu la città di Venezia, dove l’opera esordì nel 1641 al Teatro San Cassiano (oggi giardino di Palazzo Albrizzi, vicino a S. Polo): un teatro centrale per la memoria storica, dove solo quattro anni addietro due artisti romani (Ferrari e Manelli) avevano sperimentato per primi la rivoluzionaria idea di presentare un’opera ad un pubblico pagante. Di lì a poco, nel 1650, La Didone fu il primo capolavoro veneziano portato a Napoli da una compagnia di Febiarmonici invitati dal Conte di Oñate, evento che segnò l’inizio della grande e duratura stagione della futura opera napoletana. Artefici della Didone furono due personalità fondamentali per la definizione e lo sviluppo del genere operistico: il versatile ed intelligente compositore cremasco Francesco Cavalli (autore di lavori quali L’Egisto, L’Ormindo, Il Giasone, La Calisto, L’Orione, L’Ercole amante) ed il grande librettista Gian Francesco Busenello, oggi ricordato soprattutto per il testo di uno fra i massimi capolavori del teatro musicale, musicato da Monteverdi: L’incoronazione di Poppea. Cavalli e Busenello confezionarono un lavoro assai originale, perfetto testimone di quella società veneziana, sapiente e libertina, che animava la prima metà del Seicento. Sconvolgendo arditamente un mito votato alla soluzione tragica, dopo aver dipinto con grande intensità e varietà di colori la catastrofe della caduta di Troia, il peregrinare di Enea fino a Cartagine e il tormentato innamoramento della regina Didone, conclusero l’opera con un colpo d’ala di incredibile modernità : partito Enea, Didone si appresta al suicidio, ma viene salvata dall’amante sin lì infelice Iarba, e convola a giuste nozze con lui. La musica di Cavalli, capace di estri corali improvvisi come di ripiegamenti interiori, particolarmente nei molti ariosi su basso ostinato discendente, ad esprimere il lamento dei protagonisti, segue perfettamente la flessibilità e la ricchezza dell’impianto drammaturgico del libretto, illuminando le pieghe di un testo densissimo, in piena coerenza con il principio barocco del recitar cantando.